Stefania chiede: Svezzamento ed introduzione alla carne

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Stefania chiede: Svezzamento ed introduzione alla carne

Pubblicato da stefania in Forum · 16 Novembre 2016
Tags: svezzamentocarneneonati
Buongiorno Dott. Senette, ho una bambina di sei mesi. Abbiamo appena iniziato lo svezzamento, la nostra pediatra ha inserito la carne già dalla prima pappa prima sotto forma di liofilizzato poi di omogeneizzato. Ho letto però che la carne non è ancora assimilabile dall'organismo per immaturità degli enzimi preposti alla assimilazione di tali alimenti. Come fare quindi per l'assimilazione del ferro e della vitamina B12, contenuti nelle verdure ma più difficilmente assimilabili? Grazie Stefania

dr. Senette risponde:
Gent.le Stefania, lo svezzamento o l’alimentazione complementare, è quel momento della vita di un neonato in cui si inizia ad affiancare all’alimentazione esclusivamente lattea il cibo degli adulti.
Questa fase desta molta preoccupazione nelle mamme che ormai non sanno più che “campana” ascoltare. I vari esperti forniscono indicazioni diverse, quasi sempre supportate da autorevoli documenti (la ricerca scientifica oggi è in grado di dimostrare una cosa e il suo esatto contrario!) e i neo genitori non sanno che “pesci prendere”!Alle nostre nonne non sarebbe mai venuto in mente di consultare libri, tabelle, video e quant’altro… si faceva e basta. Il risultato è stato una generazione in cui allergie alimentari e non, quali ad esempio le ormai consuete dermatiti “atopiche”etc per non far seguire un lungo elenco di affini, erano praticamente inesistenti.Questo valeva quindi in passato, quando gli alimenti industriali erano pressoché sconosciuti, si consumava quello che c’era nell’orto, cereali integrali e legumi (cibo da poveri) e la carne la si vedeva con il cannocchiale. Ora lo stile di vita è completamente diverso: il cibo (soprattutto quello spazzatura) è sempre a portata di mano e siamo sempre in corsa contro il tempo! In questo contesto è facile affidarsi a pappette pronte, industriali, prive di sapore e aroma, o ancor peggio insaporiti da aromi artificiali che renderanno difficile poi l’inserimento di prodotti freschi e salutari. Un’ altro dato interessante importantissimo da sottolineare è che nel passato il cibo era spesso poco e prezioso e quindi nessuno aveva fretta di avere una nuova bocca da sfamare e lo svezzamento veniva iniziato verso la fine del primo anno di vita, mentre oggi avere un bambino che mangia precocemente viene vissuto come un vanto, mentre un bimbo che tarda nel desiderio di mangiare, come un problema e una sconfitta.Il cibo è un’esperienza emozionale, che crea ricordi e aiuterà ad apprezzare le tradizioni, questa esperienza per il bambino inizia già nel ventre materno e durante l’allattamento al seno perché al piccolo arrivano i sapori di ciò che la mamma ha mangiato creando già una base di gusto.Stante queste premesse per svezzare è indispensabile aspettare il momento giusto,Il piccolo, ad esempio, prima dei 5 mesi ha una carente coordinazione dei muscoli della deglutizione, e se svezzato troppo presto potrebbe rimanere frustrato non riuscendo a deglutire il buon cibo che sente in bocca; inoltre l’amilasi salivare (enzima che digerisce gli amidi) è presente in quantità irrilevanti prima della comparsa dei denti. Sotto i 4 mesi l’intestino del bambino è ancora molto permeabile e questo può portare a sensibilizzazione ad alcuni cibi o allergia. Possiamo anche aggiungere che il neonato, per iniziare a digerire i cibi solidi, deve riuscire a rimanere autonomamente in posizione seduta in modo che lo stomaco rimanga disteso (infatti è intuitivo capirlo visto che anche se noi adulti ci corichiamo subito dopo il pasto il cibo stazionerà più a lungo nello stomaco provocando bruciore e pesantezza). Un altro segnale è quello dell’interesse verso il cibo che spesso però trae in inganno: i bambini dal 4° mese iniziano la così detta “fase orale” durante la quale scoprono il mondo facendolo passare dalla bocca per sentire temperatura e consistenza delle cose, per cui è probabile che provino interesse per il cibo solo per un po’, come se fosse un gioco di cui poi si stancheranno. Da osservare anche e soprattutto la dentizione; lo spuntare del primo dentino (di solito proprio verso il 6° mese) significa che il neonato è pronto per assumere alcuni cibi solidi. Detto questo passo ad analizzare nel dettaglio quali sono i fabbisogni del neonato visto che come è successo a lei cara Stefania ci si chiede spesso se il bambino avrà assunto abbastanza nutrienti durante la giornata; vediamo in breve quali sono i fabbisogni nutrizionali che spesso “mettono in crisi” i genitori. – Proteine Il fabbisogno di proteine più alto in tutta la vita (circa 1,4 g di proteine per kg di peso corporeo) si ha durante i primi 6 mesi, periodo in cui l’unico alimento veramente corretto è il latte materno! Dai 12 ai 18 mesi questo scende a 1 g/kg di peso fino ad arrivare al fabbisogno dell’adulto attorno al secondo anno di vita (0.8 g/kg di peso). Facciamo un esempio: se ho un bambino di 3 anni che pesa 15 kg, avrà bisogno di circa 12 g di proteine al giorno. 50 g di carne di pollo contengono proprio 12 g di proteine, il che significa che qualunque altra cosa mangerà durante la giornata gli farà assumere più proteine del necessario: infatti anche i cereali, i vegetali e tanti altri alimenti hanno proteine! 50 g di pasta ad esempio, contengono 6,5 g di proteine. Si può notare che difficilmente si presenterà una carenza di questo nutriente! – Fibre L’argomento fibre è un po’ delicato. Se queste sono indispensabili per la salute dell’adulto, nel bambino possono creare qualche problema: un consumo eccessivo di fibre potrebbe alterare la funzionalità dell’intestino ancora immaturo del bambino, creando fermentazioni e coliche, diarrea o stitichezza. Il fabbisogno stimato per il primo anno di vita è di circa 8 g ogni 1000 kcal, quantità che è facilissimo raggiungere con un’alimentazione sana, che comprende frutta e verdura, legumi, semi e un po’ di cereali integrali. Ci si può regolare osservando come e quanto funziona l’intestino del neonato: se le scariche sono più di due al giorno, le feci troppo molli o al contrario se fa fatica a scaricare (stitichezza paradossa) probabilmente la dieta è troppo ricca di fibre. – Ferro Il ferro gioca un ruolo essenziale in numerosi processi biologici. Una sua carenza o un suo eccesso durante lo sviluppo di un individuo possono alterare il sistema nervoso o dare problemi a livello comportamentale. Il fabbisogno varia in base agli stadi di crescita: durante i primi 6 mesi di vita è stimato attorno ai 5 mg. Da notare che questo è il periodo in cui il bambino si dovrebbe nutrire esclusivamente con il latte materno che fornisce per i primi 6 mesi circa 0,55 mg al giorno e dai 6 ai 12 mesi 0,75 mg al giorno, il resto del fabbisogno è coperto dai depositi del neonato. Il latte materno non contiene ferro-eme (il ferro presente nella carne), ma ferro ferrico (Fe3+), cioè il ferro presente negli alimenti vegetali. Fino ai 3 anni il fabbisogno è di circa 7 mg, dai 4 ai 9 anni è di 9 mg fino ad arrivare all’adolescente che necessita di 12 mg al giorno. – Calcio Il calcio è il minerale più rappresentato nel nostro organismo ed è depositato quasi esclusivamente in ossa e denti. Una piccola parte svolge altre funzioni biologiche nella coagulazione del sangue, nel muscolo e in generale nelle cellule (anche quelle immunitarie!). Inoltre il calcio prende parte ai così detti “sistemi tampone” che si occupano di neutralizzare gli acidi che si formano all’interno del nostro corpo (vedi articolo sull’equilibrio acido-base). Il fabbisogno è stimato attorno ai 600 mg al giorno nel primo anno di vita, per aumentare poi a 800 mg per i bambini fino ai 5 anni e a 1500 mg negli adolescenti. Anche in questo caso il fabbisogno durante lo svezzamento può essere coperto con alimenti di origine vegetale come ad esempio mandorle, fichi secchi, prezzemolo, spinaci, broccoli, cavolfiori e con ricotta e yogurt per quanto riguarda i latticini. Non dimenticate l’acqua come fonte di calci!. C’è da dire poi che, più si evitano alimenti acidificanti e più il fabbisogno diminuisce. L’assorbimento di calcio è favorito dal lattosio e dalla vitamina D (che viene prodotta con la luce solare!). In pratica come iniziare in pratica lo svezzamento? Sempre rispettando la regola di ascoltare e osservare vostro figlio e di abbinare i sapori prendendo spunto dalle ricette che usate per tutta la famiglia. Potete iniziare dando dei centrifugati di mela e/o carota diluiti con acqua per poi proseguire con delle pappe fatte di brodo (non comprate il dado industriale, meglio farlo in casa con 2-3 tipi di verdure al massimo, come se fosse un risotto per voi, in modo che vostro figlio impari a sentire e ad apprezzare il gusto naturale di ogni alimento), un po’ di cereale senza glutine (all’inizio meglio il riso semintegrale e poi miglio, mais, orzo perlato) e un filo di olio di oliva extravergine. Piano piano si passa ad un cucchiaio al giorno di passato di verdura (sempre composto di 1 verdura per volta più le verdure per il brodo, proprio come facciamo noi adulti per i risotti) e si osserva la reazione del bambino: se scarica troppo o troppo poco meglio tornare al solo brodo, significa che l’intestino non è ancora pronto. Questa regola vale anche quando introdurrete la frutta schiacciata o grattugiata. Aggiungete gli aromi che usate per voi (origano, prezzemolo, ecc.) per rendere il sapore il più affine possibile ai piatti dei grandi. Dalla quinta settimana si può inserire una fonte proteica a scelta tra ricotta, yogurt (vaccino o di soia), mandorle, lenticchie rosse, accompagnata da creme di verdure o frutta e cereali. Si può proseguire dopo i 6 mesi alternando diversi tipi di frutta e verdura, all’inizio solo con mela, pera, carota, patata, zucchina, zucca, lattughe, biete, finocchi e alghe (nel brodo) e poi provando altri vegetali facendo attenzione a quelli potenzialmente allergizzanti come albicocca, ciliegia, pesca, anguria, melone, agrumi, fragole, kiwi, sedano, pomodoro. Per quanto riguarda le proteine, l’uovo, il parmigiano e il pesce meglio inserirli dopo l’anno, così come i cereali che richiedono un intestino maturo (avena, segale). Certi alimenti si possono anche non introdurre proprio: come ad esempio i prodotti industriali (dolci, merendine, gelati, patatine ecc.) e gli insaccati!!! Se all’inizio la preparazione delle pappe può sembrare un inutile spreco di tempo, con un po’ di organizzazione questa diventerà un gesto automatico, in cui coinvolgere piano piano anche i vostri figli, rendendoli consapevoli di quello che stanno introducendo nel proprio corpo: alimenti vivi, ricchi di minerali, vitamine, antiossidanti, prodotti locali che soddisfano le esigenze specifiche della popolazione locale. In particolare Gent.Le Stefania per quanto riguarda la digestione della carne contenuta negli omogeneizzati non deve preoccuparla poiché in essi di carne ce n’è veramente poca, la maggior parte sono derivati amidacei o farina di riso. Tenga presente comunque in linea generale che piu’ tardi vengono introdotti i cibi “solidi”o piu’ a lungo viene seguita una dieta semiliquida meglio è per il neonato e il suo apparato gastro-intestinale.In ultimo la voglio rassicurare sul discorso vit b12 la quale non è contenuta solo nella carne ma in tutti i derivati di origine animale.


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